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Le signore del terrore: la figura femminile nel cinema horror

un uomo nella stiva di una vecchia nave è attaccato al muro mentre guarda un vampiro spaventoso davanti a sé
Nosferatu- Il vampiro (Friedrich W. Murnau, 1922)

L'uscita in sala del “nuovo” Nosferatu di Robert Eggers sembra aver riportato in auge un tema dibattuto numerose volte ma mai veramente concluso: il ruolo della figura femminile nel cinema horror.


Il fascino per il proibito traspare culturalmente verso la fine del XIX secolo, grazie al Romanticismo letterario, nell'epoca della "tensione all'assoluto", quando l'uomo inizia ad interrogarsi sulle sue capacità, sia in ambito umano che artistico. Va formandosi l'horror a cui siamo stati abituati: uno strano accoppiamento di creature mitiche e mostruose, licantropi, vampiri, streghe... frutto del nostro immaginario collettivo popolare.

Dalla sua nascita, fino ad arrivare ad oggi, questo genere è sempre stato soggetto a svariate sperimentazioni, a volte anche azzardate, causate soprattutto dalla sua necessità di restare al passo con i più repentini cambiamenti della natura umana; se è vero che l’arte, in tutte le sue declinazioni, necessita di rimanere costantemente aggiornata con la società e le sue stranezze, è spesso toccato proprio al cinema dell’orrore mostrare come la mente umana possa spingersi in zone inesplorate.

 

Citando la stella del gotico Barbara Steele:

Fu il cinema (dell’orrore) che seppe esprimere tutti i nostri desideri repressi e le nostre recesse ossessioni, dall’incesto alla necrofilia, affermando il legame tra sesso e morte.

Questa tipologia di film permette ai registi – stranieri ed italiani – non solo di sperimentare con la fantasia, ma soprattutto di sfogarsi riguardo a temi che sono spaventosamente reali. Quando, verso la fine degli anni Sessanta, il clima florido, portato dal boom economico lascia il posto alle rivoluzioni studentesche, culturali e sessuali, le pellicole riportano questi cambiamenti testimoniando la confusione politica e sociale dell'epoca.


L'emancipazione che si fa strada nel mondo dell'arte causa un aumento dell'attenzione verso i ruoli femminili, ma la rappresentazione rimane senza dubbio instabile, sensibile al cambiamento ancora in atto.

una donna spaventata viene tenuta ferma da una guardia mentre le un uomo le tenta di mettere una maschera di ferro sul volto immagine in bianco e nero
Barbara Steele in La maschera del demonio (Mario Bava, 1960)

Negli anni Settanta e Ottanta i film diventano violenti: più sangue, più crimine, più omicidi. Al centro di questa tempesta cinematografica c’è sicuramente il corpo della donna, le parti femminili vengono esaltate e da vittima indifesa, personaggio subordinato a quello dell’eroe maschile, la donna diventa femme fatale, una seduttrice. Il suo ruolo fatica a staccarsi dalle dinamiche patriarcali (l’ha mai fatto davvero?) rimanendo inizialmente marginale, trasformato in un oggetto del desiderio.

Le figure femminili sono forti tanto quanto la loro capacità di soggiogare il genere maschile, controllandolo grazie alla bellezza fisica e allo charme.


La relazione tra sesso e paura ci fornisce dei chiari indizi sulla concezione della donna e del suo ruolo nella società del tempo, non è necessario guardare una pellicola dell'orrore per capire che la sua unica carta da giocare pare quella dell'aspetto fisico. La donna è ora una vedova nera: liberatasi dal ruolo di madre, moglie e figlia, che l'aveva oppressa per anni, non riesce a togliersi di dosso quello di amante. Una bellissima, ma diabolica matriarca, che dona la morte e non più la vita.

una donna giovane con i capelli castani guarda impaurita e condusa davanti a se da sola in una stanza rossa
Jessica Harper in Suspiria (Dario Argento, 1977)

Ancora oggi, le figure femminili nel cinema horror sono antagoniste e protagoniste allo stesso tempo, male e bene, problema e soluzione. Possibile che l'horror stia denunciando, da più di un secolo, un sistema patriarcale in cui le donne sono costrette ad auto proteggersi? E, in fin dei conti, proteggersi da chi?

m. f.

1 Comment


Sofia
Mar 12

Tema sempre attuale e poco trattato! Bell'articolo!

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