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La vita poetica di Maria Luisa Spaziani

Aggiornamento: 1 apr

Rubrica: Vita da strega 


Maria Luisa Spaziani

Non solo la volpe di Montale, Maria Luisa Spaziani era molto di più: un’autrice fenomenale, il cui talento venne in parte  riconosciuto a suo tempo, ma che ora è forse caduto nel dimenticatoio a causa di una società che troppo spesso lascia indietro le sue figlie artiste, a favore dei “soliti” uomini intellettuali. È nostro dovere, adesso più che mai, restituire alla memoria collettiva la figura, le poesie e i successi di questa grande autrice. 

Una giovane Maria Luisa Spaziani

Spaziani nacque nel 1922 a Torino; figlia di un ricco borghese, la sua agiatezza economica le permise di frequentare l’università torinese, dove scelse il corso di Lingue e Letterature straniere moderne. Questa sua passione si rivelò ancora prima che ella intraprendesse tale percorso accademico: a soli 19 anni, infatti, dirigeva già una piccola rivista letteraria che divenne man mano più importante. Non a caso, è al suo periodico che Virginia Woolf mandò un capitolo inedito del suo nuovo e ultimo romanzo Le Onde, seguito da una dedica proprio “alla piccola direttrice”. 


Al termine degli studi, la sua passione per la cultura e la letteratura francese non rimase tra le aule dell’accademia, come testimoniano i numerosi soggiorni a Parigi e le amicizie con gli intellettuali più importanti della Grande Nazione, tra i quali l’esistenzialista Jean-Paul Sartre. La capacità di Spaziani di tessere importanti conoscenze con i letterati stranieri più in voga dei suoi anni fu una caratteristica che le permise per tutta la vita di espandere i propri orizzonti intellettuali con un approccio internazionale. 

Quando le finanze del padre subirono un tracollo, fu costretta a cercarsi un impiego, opportunamente trovato in un collegio di Torino, proprio come insegnante di francese. Questa esperienza fu vissuta positivamente, grazie alla vicinanza ai suoi giovani studenti, che la ispirarono verso le poesie più originali della sua prima produzione.

Maria Luisa Spaziani ed Eugenio Montale
Maria Luisa Spaziani ed Eugenio Montale
“Quella legge senza forza scatenò forze senza legge.”

A soli 25 anni conobbe Eugenio Montale e lo invitò immediatamente per un pranzo a casa sua. La madre giudicò l’indiscrezione della figlia così: “Menomale che Proust è già morto”, riferendosi alla predilezione della figlia verso gli intellettuali francesi. Il poeta rispose a questa piccola provocazione: “Mi dispiace non essermi reso ancora defunto”. È qui che ebbe inizio il loro sodalizio intellettuale e amicale, forse anche un amore mai compiuto, ma certamente decantato nel volume Montale e la Volpe di lei e dalle 360 lettere di lui. Legati entrambi però ad altre persone, il loro rapporto non andò mai al di là di un’affezione platonica.



Era il 1954, la poetessa trentenne aveva già collezionato una serie di piccoli riconoscimenti e approvazioni per i suoi scritti quando arrivò il primo e grande successo della sua carriera. La casa editrice Mondadori decise di pubblicare una prima raccolta di poesie, intitolata Le acque del Sabato, inserita nella prestigiosa collana Lo Specchio. Entusiasti, gli editori le chiesero poi di aggiungere anche altre poesie composte successivamente durante una sosta a Parigi. 

Fu inoltre in questi anni che, dopo un periodo di fidanzamento lungo ben 10 anni, sposò l’intellettuale Elémire Zolla, ma lo sposalizio fu sciolto solo due anni dopo. 


La collaborazione con Mondadori proseguì e grazie a Utilità della memoria, edito proprio dalla casa editrice, vinse il Premio Riviera dei Marmi nel 1967. 

Nel 1970 uscì un’altra sua raccolta: L’occhio del ciclone. Questa volta le poesie furono scritte durante la sua attività da pendolare tra Roma e Messina, essendo professoressa di francese presso l’università messinese. In queste produzioni è possibile vedere la storia geografica personale della poetessa, intrecciata tra le terre sicule, le spiagge liguri mete di vacanze e la sua ancora prediletta Parigi.

“Chi ritorna da un viaggio lunghissimo non è più la stessa persona. Ha raccolto colori, paesaggi, temperature, odori, inverni e sole.” 
Maria Luisa Spaziani

La casa editrice Mondadori non smise mai di collaborare con la poetessa, al tempo autrice affermata e stimata, pubblicando nel ‘79 una prima antologia di tutta la sua produzione negli Oscar Mondadori. In quegli stessi anni fondò poi insieme a Mario Luzi e Giorgio Caproni il Movimento Poesia, divenuto poi Centro Internazionale Eugenio Montale, in onore del poeta a seguito alla sua morte. 


“L’indifferenza è inferno senza fiamme.” 

Con l’arrivo degli anni Ottanta la sua attività artistica incontrò la radio, per la quale scrisse e condusse alcuni programmi, ma anche il giornalismo e il teatro. Si cimentò poi nella scrittura di alcuni racconti, raggruppati sotto il titolo di La Freccia

Giovanna d'Arco di Maria Luisa Spaziani

Nel 1990 iniziò la stesura del poema Giovanna d’Arco: un progetto ambizioso e unico. Tramite questo personaggio Spaziani reinventò tutta quella che era stata finora la sua attività letteraria, poetica, giornalistica e di ricerca: l’eroina di Orléans divenne a tutti gli effetti il suo alter ego. Il poema è di una leggibilità e profondità non comune nella poesia italiana novecentesca, forse per questo motivo fu insufficientemente riconosciuto, rimanendo comunque un capolavoro a tutti gli effetti. Non a caso fu proprio quest’opera a valerle la sua prima candidatura al Premio Nobel per la letteratura, una chiamata prestigiosa che arrivò anche nel 1992 e 1997. 


“Ho cominciato a pensare a Giovanna d’Arco quando avevo dodici anni, e sono dovuta arrivare quasi a sessanta per capire che dovevo fare qualcosa. Alberto Mondadori la chiamava la mia gravidanza isterica, perché continuavo a parlare di Giovanna d’Arco ma non scrivevo mai niente. Ora, questo poema l’ho scritto di getto in trentun giorni […]. 


“Per me Giovanna d’Arco è semplicemente la poesia; è la donna come dovrebbe essere dopo ogni femminismo riuscito e cioè una creatura che abbia le stesse potenzialità di un uomo ma che agisce autonomamente, secondo il suo personale destino, secondo i suoi gusti, le sue scelte, in stretta simbiosi con l’universo maschile.” 


Nel 2012 Mondadori realizzò il suo ultimo grande omaggio all’autrice, riunendo e pubblicando tutta la sua opera poetica nel Meridiano, un’autorevole collana editoriale. 


Maria Luisa Spaziani ci lasciò il 30 giugno 2014, alla veneranda età di 91 anni. Sebbene sia un’autrice poco studiata e sconosciuta ai più, la sua poetica influenzò la produzione di quelli che diverranno poi i più grandi autori del secondo Dopoguerra, lasciandoci un patrimonio artistico degno dei suoi più noti colleghi. 


i.s.

 

A sipario abbassato


Quando ti amavo sognavo i tuoi sogni.

Ti guardavo le palpebre dormire,

le ciglia in lieve tremito.


Talvolta

è a sipario abbassato che si snoda

con inauditi attori e luminarie

la meraviglia.


 

3 comentarios


LaSuso
29 mar

Molto interessante, ben argomentato.

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Invitado
29 mar

Argomento interessante, ottimo testo.

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Mary
28 mar

Bellissimo, figura importante della letteratura italiana spesso dimenticata

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