Bar Luna: la mostra delle meraviglie di Alice Rohrwacher
- Penelope Contardi
- 31 dic 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 3 apr
Rubrica: Donne in mostra

Il Bar Luna è un’esposizione-installazione ideata da Alice Rohrwacher e Muta Imago, duo di artisti composto da Claudia Sorace e Riccardo Fazi, situata attualmente negli spazi sotterranei (aspetto da non trascurare) del Cinema Modernissimo di Bologna.
Dopo aver attraversato il corridoio di fotografie retroilluminate di location contadine, si scorge una vecchia cucina, tipica delle nostre campagne, ornata di spezie appese a seccare, conserve e fotografie d’infanzia. Così l’immaginario della regista ci investe porgendoci il capo del fil rouge che collega tutti gli spazi dell’esposizione: la magia-bambina che profuma di malinconici ricordi.
Si possono fare diverse esperienze di questo spazio: può essere vissuto nel rispetto museale - guardare e non toccare - nel silenzio solitario di un lunedì mattina o può diventare un luogo popolato da visitatori che animano il bar ,interagendo con ogni stimolo del luogo, in una soleggiata domenica pomeriggio.
Varcando la soglia della stanza successiva si viene catapultati in un cielo stellato in cui pare fluttuare una riproduzione di un bar lunare in pieno stile anni ‘80, periodo che l’autrice propone di frequente nei suoi progetti. Si erge, come primo elemento all’interno della sala, una vecchia cabina telefonica che, se attivata, ci propone una segreteria telefonica unica: la voce della regista, in più lingue, ci pone una domanda esistenziale sulla perdita, stimolando il percorso tra i ricordi del visitatore. Il bar prende vita, tra le sedie colorate in plastica, vecchie insegne di gelati, tavoli tondi, uno stereo con le compilation degli anni su cassetta (riproducibili nello stereo adiacente) e un grande album di fotografie dei set di Alice Rohrwacher annotato a mano dall’autrice, come i più tradizionali album di famiglia.
Varcando la tenda di perline si vaga per il firmamento fino ad arrivare a un ulteriore tenda nera; aprendola, avviene una piccola magia: entriamo in un cinema, quasi in miniatura, simile nella struttura ai vecchi teatri di burattini, davanti a cui sono poste una decina di piccole sedie, taglia bambino, per osservare lo spettacolo. Adulti e piccini si siedono davanti al Cinema Luna per assistere ad un corto in cui Beniamina, la ragazza perduta nel film La Chimera, racconta con delicatezza il mito di Orfeo ed Euridice. In ultimo, uscendo dalla sala, si presentano due fori in una parete nera, uno ad altezza bambino e uno più alto; con curiosità voyeuristica ci si appresta a scorgere, e con meraviglia incantata si resta ad osservare, una grotta che tende al cielo da cui pende un filo rosso richiamando il finale de La Chimera.
La domanda sortami dal visitare questo luogo di culto degli oggetti auratici di un passato vicino a noi, di cui ancora sentiamo la musica e il profumo, è: un bar del giorno d’oggi, in un futuro, troverà il senso di essere riprodotto? La risposta è probabilmente no, perché la nostra era ha smarrito quell’importanza degli oggetti fisici di cui si costellavano i luoghi pubblici donando loro un’estetica unica; gli oggetti, a partire dagli anni ‘80, hanno perso la loro aura (tema trattato nell’ultimo film della regista) e il valore altro di cui erano colmati, siano essi sacri, come un fallo apotropaico, o profani, come un audiocassetta. Tutto oggi pare smaterializzato e inafferrabile ed è forse anche per questo che molti giovani oggi sentono un richiamo verso l’analogico, dalla fotografia ai vinili, per ricercare quella sorpresa, che nasce dall’utilizzare un oggetto che smontando possiamo comprendere come scatta fotografie o come suona.
Sfiorando tutti questi tasti legati al passato, questa esposizione risulta un parco giochi interattivo che riempie l’anima di creatività e curiosità. Oltre alla poetica bellezza del luogo che lascia positivamente impressionati, ciò che esalta il visitatore lunare è la magia di un’infanzia perduta che Rohrwacher riesce a fargli rivivere facendolo vagare nel suo Paese delle Meraviglie, dove tutto è consentito (toccare, ascoltare, premere, sbirciare, suonare, ballare, sfogliare, prendere) e tutto reagisce al nostro agire.
p.c.
Veramente magica!
Mostra affascinante che vale sicuramente una visita!
Grazie per la dritta😊